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BIONIC WOMAN

Ma quanto è brava Katee Sackhoff?

E’ questa la domanda che mi sono posto guardando il primo episodio di “Bionic Woman”. Date all’attrice un ruolo attraversato da una sottile vena di schizofrenia e sarà insuperabile.

In un telefilm di primo acchito scialbo, dove la protagonista, Michelle Ryan, più adatta al ruolo di bella contadinotta che a quello di Jaime Sommers, svanisce di fronte al carisma della sua antagonista, non ci sentiamo di salvare altro.

Di tutto l’impianto la cosa più deludente è proprio la nuova donna bionica che, oltre a mancare di personalità, affronta il dramma interiore dovuto alla manipolazione del suo corpo in modo fin troppo sbrigativo e superficiale.

In più gli ideatori del serial hanno deciso di evitare, a torto o a ragione, ogni pur piccolo riferimento alla serie progenitrice del tutto. Se non ci aspettavamo le corse al rallentatore, decisamente fuori moda e sostituite da un impersonale movimento modello “Smallville”, o lo zoom ottico, divenuto ora il sistema visivo di un T-800, ma almeno un cenno alle musiche e ai suoni tipici del fortunato brand avrebbero di certo aggiunto un’atmosfera più piacevole per lo spettatore più maturo.

Attendendo comunque i prossimi episodi per esprimere un giudizio più completo, non possiamo dimenticare di segnalare, per completare il quadretto Galactico, l’apparizione di Aaron Douglas nella parte di un secondino al centro di un pesante ricatto.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Dicembre 2008 15:58