14 Jul |
Philip K. Dick In Terra Ostile |
Una spirale inarrestabile di ossessioni ed errate percezioni della realtà che inghiotte inesorabilmente ogni certezza e mina anche i vincoli più saldi del profondo. Fanucci Editore riscopre un capolavoro mainstream di Philip K. Dick.
“Philip K.Dick è come una versione pulp di Kafka: è un vero profeta.” The New York Times Bruce Stevens è un commesso viaggiatore di Boise, nell’Idaho, che si muove tra la sua città, San Francisco, e altre tappe lungo la costa orientale. Guida per chilometri, coprendo una distanza che, poco a poco, nelle ore passate da solo al volante della sua auto, diventa una sorta di viaggio della mente, una riflessione su un’esistenza che gli appare sempre più vuota e insignificante. Un giorno, inaspettatamente, Bruce ritrova Susan Faine, una donna più grande di lui che un tempo era stata una sua insegnante e che gli propone di gestire il suo negozio di macchine da scrivere. In brevissimo tempo, i due si innamorano e decidono di sposarsi: ma Bruce non sa che ha sconfinato nel territorio di Milton Lumky, e non solo per quanto riguarda le forniture di materiali, ma anche per la donna che ha scelto. Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Scrive capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. Muore il 2 marzo 1982, stroncato da un ictus.
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