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Alex Complete di Alessandro Falciola

Scrivere un romanzo ucronico, o una serie di racconti legati tra loro da un solido filo conduttore, ispirato a un tema in qualche modo classico, l’Asse che vince la seconda guerra mondiale e governa il mondo, potrebbe sembrare, oltre che poco originale anche fin troppo ambizioso.

Come fare a rendere l’argomento, già più volte trattato in ambito sf, accattivante e, in qualche modo, innovativo?

Semplice. L’intuizione brillante dell’autore è quella di “ibridare” linguaggi diversi, unendo testo e fumetti, ma non in forme già conosciute, come, ad esempio, in una graphic novel, ma in un flusso costante di testo e singole tavole, o intere vignette, che vanno lette in sequenza come un unico, grande affresco.

Tutto inizia sotto forma di premessa con la Germania che riesce a sviluppare per prima l’arma nucleare con la quale bombarda le principali capitali nemiche sul territorio europeo, mentre i giapponesi, su supervisione teutonica, faranno lo stesso sugli Stati Uniti.

Da qui si dipana la storia del nuovo ordine mondiale con la Germania che controlla, con gli alleati, Europa continentale, Africa e America Latina, mentre il Giappone controlla Asia e Nord America.

Ultimo aggiornamento Martedì 31 Ottobre 2023 11:24 Leggi tutto...
 

Fubar, non chiamatelo True Lies

Lo confesso. Quando vidi per la prima volta il trailer di Fubar, serie in otto puntate (per ora), con l’inossidabile Arnold Schwarzenegger nel ruolo di un agente segreto che svolge la sua attività all’insaputa della sua famiglia che lo crede un innocuo rivenditore di articoli per palestre, ho pensato che Harry Tasker fosse tornato.

Gli elementi c’erano tutti, i toni da commedia anche, il nostro Governator aveva la sua solita aria divertente e divertita.

Poi ho visto il primo episodio e la magia è svanita.

Fubar è una delle decine di serie che i nuovi mostri della distribuzione seriale sfornano mensilmente per saturare un mercato sempre più povero di idee e sempre più ricco di spettatori distratti che spulciano qua e la le offerte dai ristretti schermi di un dispositivo portatile.

Certo, Fubar è una serie sopra la media, fosse solo per la presenza di Swarzy, per un cast decente ma non indimenticabile, per una serie di trovate che non vi anticipo in questa sede ma che, ogni tanto un sorriso lo strappano, e, per una volta, per la grande attenzione che chi ha curato l’adattamento e il doppiaggio ha messo nell’evitare inutili strafalcioni o citazioni a casaccio (indico con piacere le battute del partner di Arnold, giovane nerd che se ne esce con frasi dei Thundercats o di altre serie di animazione americane, tutte riportate con precisione).

Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Ottobre 2023 16:40 Leggi tutto...
 

Diabolik – Ginko all’Attacco, dal mio personalissimo cartellino

Come da tradizione ormai consolidata nel panorama cinematografico eccoci al secondo film della trilogia di Diabolik dei Manetti Bros.

Anche in questo caso, come nella precedente pellicola, si è scelto di portare sullo schermo un particolare albo della sconfinata storia del re del terrore, nello specifico il numero 16.

Conoscerete sicuramente il detto “non giudicare un libro dalla copertina”, vero? Bene, il concetto è applicabile anche a questo film.

La scena iniziale, con un audace colpo di Diabolik, è scenografica ma la fuga del nostro col classico deltaplano che si libra in volo non è esaltante dal punto di vista del comparto grafico e non aiuta la successiva sequenza in auto di Eva pronta a issarlo a bordo, dove si nota l’effetto sfondo che scorre con la macchina ferma degno di un vecchio telefilm anni ’70 (magari voluto, chissà).

Ma la svolta arriva con i bellissimi titoli di testa che, più che un omaggio a Bond, mi hanno ricordato le rigogliose coreografie dei gloriosi varietà televisivi del sabato sera.

Questa nuova fatica dei Manetti ha un bel ritmo, sicuramente superiore a quello del primo film che comunque aveva una storia che aiutava meno, sotto questo aspetto, rispetto a quella narrata in questa occasione.

Ci sono alcune sequenze veramente degne di nota, prima tra tutte quella dell’inseguimento nei boschi girata davvero con bravura e perizia, grazie anche all’aiuto di tecniche moderne come l’uso di droni che comunque danno una bella mano ad aumentare la spettacolarità di una ripresa.

Mi sono sembrate ben riuscite anche le rappresentazioni dei vari covi di Diabolik e, come nella prima pellicola, l’ambientazione temporale.


Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Ottobre 2023 16:35 Leggi tutto...
 

Diabolik, pensieri in libertà sulla pellicola dei Manetti Bros.

Uno dei vantaggi nello scrivere qualche riflessione su un film come Diabolik da parte di chi, saltuariamente e per puro diletto, si cimenta su questo sito è la sicurezza di avere talmente pochi lettori, e nessuno dei soggetti citati, da potersi esprimere senza timori particolari o trovarsi a dover confezionare uno scritto di pura natura promozionale.

Se aggiungiamo che chi scrive non è un appassionato del soggetto, per quanto lo legga spesso con grande piacere, considerandolo una lettura leggera e di grande intrattenimento, spero che le prossime righe possano essere apprezzate semplicemente per quello che sono.

Proviamo a dissipare subito un dubbio. Se pensate che il fumetto al cinema sia solo l’MCU o i tentativi, a volte imbarazzanti, della Warner, bene, lasciate perdere.

Diabolik, opera dei talentuosi fratelli Manetti, dei quali riconosco certamente il grande talento pur non amando particolarmente le loro produzioni, è un film molto, ma molto particolare.

Se dovessi provare a definirlo con una sola sentenza, direi un quadro in movimento, per quanto tale definizione possa sembra contraddittoria in termini.


Ultimo aggiornamento Giovedì 15 Settembre 2022 17:52 Leggi tutto...
 

PARLAMI DEL TUO FILM, USUL

Dune di Denis Villeneuve è uno splendido film che, nella migliore delle ipotesi, naviga molto vicino alla soglia del non necessario.

Se non vi state, e non mi state, maledicendo per aver iniziato la lettura, permettetemi di  chiarire, molto brevemente, il concetto che vorrei  tentare di esprimere.

Partiamo dalle doverose precisazioni che conoscete già. Questa pellicola non è che la prima parte del racconto e sarà seguita dalla seconda che andrà a completare la storia che Lynch fu costretto, o invitato, a ridurre in un unico film andando a comprimere e semplificare molti passaggi del mastodontico primo volume di Herbert che Villeneuve ha deciso di esplicitare in maniera più completa e fedele.

E’ mia modesta opinione, che tale rimane, che queste due ore e trenta di prima parte, sia pure svolte in maniera pregevole, tra omaggi non banali alla prima pellicola ed evidenti punti di divergenza, non aggiungano nulla a quello che Lynch, gioco forza, andò a snellire.

Tutto scorre molto placidamente, come le acque di Caladan o la sabbia di Arrakis, senza intaccare o lasciare nulla. Tutto è funzionale ma, allo stesso tempo, ai limiti del superfluo. A volte il non detto, il percorso lasciato all’immaginazione, il sottratto racconta molto di più dell’esplicitato.

Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Ottobre 2023 16:38 Leggi tutto...
 
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