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21
Jun

L’Uomo d’Acciaio e il castello di carte

E’ una rapporto da sempre difficile quello tra il cinema e i SuperEroi, specie quelli che possono essere facilmente identificabili anche da un pubblico di non addetti ai lavori. Le chiavi di lettura e le successive rappresentazioni sul grande schermo possono essere svariate e a tratti imprevedibili.

La Warner Bros sceglie la via del prendersi sul serio, così come mirabilmente fatto per il rilancio di Batman, per dare nuova vita al figlio di Kripton. E per farlo scomoda anche il suo uomo di punta, il grande Christopher Nolan, qui nei panni di produttore.

Il film inizia su Kripton, alla vigilia della distruzione, così come vuole la tradizione. Il design delle navi e dei costumi ci ricorda fin troppo i lavori del grande designer Giger, con atmosfere a metà strada tra Star Wars e Avatar. Una cacofonia di immagini e stili che mina già dalle fondamenta la pellicola.

E per confermare l’impressione assistiamo a scene risibili con Jor-El, il più grande scienziato della sua specie, che indossa l’armatura e si prende a cazzotti con il Generale Zod, in quella che dovrebbe essere la scena madre dell’intera sequenza kriptoniana.

Comunque, come da copione la piccola nave con a bordo Kal-El lascia il pianeta alla volta della Terra. Qui abbiamo uno stacco e ritroviamo Clark già adulto che dà prova dei suoi poteri salvando la vita a degli operai su una piattaforma petrolifera in fiamme.

Il film avanza, arrancando, tra flashback dell’infanzia di Superman e scene ambientate ai nostri giorni, tanto per far capire che il tema della storia vuole essere il rapporto della società con il “diverso” (originale, vero?), con Lois Lane che cerca di scoprire chi sia in realtà il nostro eroe, sfruttando anche il potere della rete e di uno pseudo Julian Assange (sob!).

Arriviamo al punto nodale. Zod, intrappolato con i suoi nella zona negativa, come tradizione, si libera e raggiunge la Terra con il doppio scopo di vendicarsi dell’onta subita da Jor-El, chiedendo alle autorità di consegnargli Kal-El, pena la distruzione dell’umanità e, in segreto, terraformare il nostro pianeta trasformandolo nel suo perduto mondo.

E qui ci tocca leggere anche un pesante sottotesto religioso. Clark, indeciso se rivelarsi o meno all’umanità, si reca in una chiesa e chiede consiglio ad un sacerdote. La scena vede Superman inquadrato in piano americano con alle spalle un mosaico con Gesù in abiti bianchi ed una tunica rossa sulle spalle. Poco prima ci è stato ricordato che Clark ha 33 anni. E, per finire, lasciata la chiesa, Superman si mostra apparendo fluttuante a mezz’aria con il sole alle spalle che gli disegna intorno una specie di aureola.

Non vado oltre, visto che il resto del film è esplosioni, scazzottate, dialoghi pomposi e vuoti ed un finale che più banale non si può.

Come nota di colore aggiungo che la macchina terraformante aliena è ricalcata pari pari dal famoso spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck.

Un film vuoto, pretenzioso, a tratti brutto, privo di pathos e con attori a tratti stanchi, un intristito Kevin Costner, o svogliati al limite del ridicolo, il solito Russell Crowe che non cambia espressione né quando rappresenta un personaggio vivente né quando ne interpreta l’ologramma. Persino la colonna sonora è banale e invasiva oltre il sopportabile.

E’ impietoso e triste scrivere una recensione così negativa su un caposaldo della letteratura fumettistica che in passato ha vissuto una vita cinematografica prima radiosa, con Richard Donner, Christopher Reeve e Gene Hackman, poi ha avuto un arresto con la pellicola di Singer fino ad arrivare a questo triste epilogo filmato Zack Snider (e, per inciso, cosa potevamo aspettarci di più dal regista di 300?).

Ma la tristezza più grande sta, almeno per me, nell’aver visto il nome di Nolan associato a questo reboot. Certo, anche io dimentico, fin troppo spesso, che un conto è dirigere un film e un conto è produrlo. In questo Tarantino è un maestro. I suoi film come regista sono delle pietre miliari, quelli come produttore delle autentiche Corazzate Kotiomkin.

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Ultimo aggiornamento Lunedì 24 Giugno 2013 08:56