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20
Aug

INSURGENT…è grave che mi sia piaciuto molto meno?

Se avete visto Scream 2 ricorderete un simpatico dialogo che Wes Craven mette in scena nella classe di cinematografia nel quale si discute sull’ipotesi che i seguiti dei film siano migliori, o peggiori, dei numeri uno.

Tra l’altro io sono un estimatore dei due “numeri due” citati nel dialogo. Ho sempre considerato Terminator 2 migliore del suo predecessore ed amo alla follia Aliens, pur riconoscendo in Alien un capolavoro assoluto.

Oggi parlare di seguiti è quasi accademia visto che le pellicole nascono già in configurazione trilogia/quadrilogia e tutto è pianificato attentamente sin dall’inizio.

Se da un lato questo espediente permette una migliore coerenza stilistica, dall’altro può rendere le pellicole più simili ad un serial televisivo che ad un’opera cinematografica.

Insurgent sfugge a questa regola ed oltre a perdere contatto col predecessore, scade in qualità e contenuti.

Partiamo da un elemento fondamentale, il film si svolge temporalmente cinque giorni dopo il precedente quindi sarebbe lecito aspettarsi una certa continuità che a livello di narrazione è mantenuta ma a livello visivo scompare totalmente.

Il primo elemento destabilizzante sono i costumi. E’ evidente un cambio repentino di stile, assolutamente ingiustificato nei fatti. Purtroppo il costumista è cambiato dalla prima pellicola e,  malgrado il nuovo, anzi la nuova, dichiari di aver mantenuto l’ispirazione di base, lo stacco è talmente netto che ti chiedi chi diavolo siano i personaggi che vedi sullo schermo e a quale fazione appartengano.

Non bastano di certo palette di colori simili per mantenere l’unità di intenti.

Altro punto nevralgico, favorito dal filo conduttore delle simulazioni, la CGI presente in maniera ossessiva e preponderante, che rende tutto troppo simile ad un banale videogame.

Tra l’altro le trovate dei palazzi che si disgregano mi hanno ricordato fin troppo da vicino gli effetti di Inception, quasi un attentato di lesa maestà. Il resto riporta in alcuni casi addirittura a Matrix.

Come se tutto ciò non bastasse ci si mette anche la sceneggiatura. Volendo sorvolare su alcune scene viste milioni di volte, come Tris che lotta con la versione malvagia di se stessa (purtroppo pare che sia nel libro), ci sono altri due aspetti che definirei devastanti.

Il primo riguarda l’introduzione, a forza, voluta a furor di popolo dai fan, di personaggi che erano presenti nel primo volume della saga ma che non erano stati inseriti nella prima pellicola. In questo modo ti trovi gente mai vista che interagisce con i protagonisti come se si conoscessero da una vita.

Il secondo, ancora più grave, è la presenza nei dialoghi di frasi tipo “la mia vita è nelle tue mani” “se tu muori io muoio” che neanche Moccia quando scrisse i biglietti per i Baci Perugina.

Certo che se inserisci tra gli sceneggiatori del film Akiva Goldsman qualcosa te lo devi pure aspettare.

Quindi Insurgent è un film da buttare? Direi di no, se ne estraiamo le, seppur poche, parti migliori.

Ad esempio abbiamo un passaggio molto bello ed emozionate nel processo subito da Tris e Quattro, dove i due, complice un siero della verità, confessano i loro più profondi segreti.

C’è la conferma della bravura di Shailene Woodley che conferisce ancor di più al personaggio di Tris, anche grazie ad un taglio cortissimo di capelli, forza, personalità e profondità, tracciando ancor più la strada per un radioso futuro artistico per la talentuosa attrice.

C’è la sorpresa di ritrovare sul set il buon vecchio Jin, l’attore Daniel Dae Kim, qui nel ruolo del leader dei Candidi Jack Kang.

Infine c’è un finale di sicuro interesse che, mi auguro, verrà sviluppato nelle ultime due pellicole in maniera più narrata che visiva.

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