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Nov

SCENDE LA PIOGGIA MA CHE FA…(LUCCA COMICS&GAMES 2010)

“Voi tutti conoscete la selvaggia tristezza che suscita il rammemorare il tempo felice: esso è irrevocabilmente trascorso, e ne siamo divisi in modo spietato più che da quale si sia lontananza di luoghi.”: ci perdonerà Jünger se rubiamo l’incipit del suo capolavoro Sulle scogliere di marmo per raffigurare con precisione i sentimenti che prova chiunque descriva un evento della cui gradevolezza fu recente testimone, ancorché sembri già trascorso un periodo tale da ricoprire gli oggetti del ricordo di una patina polverosa. E questa impressione, già di per sé spiacevole, non può che essere acuita dal senso di futilità dato dalla consapevolezza che a questa memorialistica probabilmente nessuno sarà interessato: ma tale è il ruolo che ci tocca nel grandisegno della nostra esistenza, condannandoci a un ruolo di eterno Pascali.

E quindi eccoci qui a raccontarvi qualche impressione (non di settembre) sull’ultima edizione di Lucca Comics&Games, andata in scena nella splendida città toscana dal 29 ottobre all’1 novembre 2010.

E piazziamo subito una menzione di lode per il servizio di nettezza urbana: giorno e notte abbiamo assistito al continuo passaggio dei mezzi e degli addetti alla pulizia, mantenendo un livello altissimo di decoro della città nonostante lo spaventoso afflusso di visitatori e le avverse condizioni meteo.

Perché, come avrete intuito dal titolo, la grande pioggia, è stata prevista, ma non per questo meno sgradita ospite, nelle ultime due giornate, mandando a monte i piani di molti nei giorni storicamente di maggiore affluenza alla fiera, trascorsi ad assistere a scrosci improvvisi d’acqua anziché agli appuntamenti esterni della manifestazione, compresi i concerti live, tutti annullati per giusta prudenza.


La situazione era perfettamente iconizzata da due ragazzi, fra le centinaia di cosplayer, lui in costume da Batman che col mantello cercava di riparare alla meglio la sua compagna, vestita da Catwoman: e ovunque visi malinconici e tutti a chiedersi perché gli organizzatori debbano mantenere una data tanto infelice e a rischio meteo, quando l’importanza dell’evento permetterebbe qualsiasi collocazione stagionale, nella certezza che l’eventuale manifestazione concorrente si farebbe subito da parte per non rimanere schiacciata.

Come contraltare, i primi due giorni sono stati invece fra i migliori mai dati di vedere in questa manifestazione, con un grande successo di presenze espositive e di pubblico, quest’ultimo solo in lievissimo calo rispetto al 2009 nonostante il maltempo.

L’ormai consolidato punto di riferimento del Japan Palace ha visto fiorire tutta una serie di incontri e approfondimenti sulla cultura giapponese, che hanno affiancato la presenza dei numerosissimi espositori presenti, con un inedito (in questa sede) ricco stand del Cosmic Group, in collaborazione con Bandai, nel quale sono stati esposti, oltre ai prodotti già presenti sul mercato, anche alcune anteprime come l’atteso Daltanious SOC.








Ci si permetta anche di segnalare la presenza di una vetrina contenente tre Dollfie Dream, messa a disposizione e posizionata presso lo stand di Anime Import, che ringraziamo di cuore, in rappresentanza del nostro sito “gemello” Myfigure.








Come sempre lo staff di AI, capitanato da Carlo e Massimo, ha allestito uno stand maestosamente ricco di kit, figure e gadget di ogni tipo che è stato puntualmente preso d’assalto da appassionati visitatori.

Il valore aggiunto di questa edizione 2010 è stato dato dalla presenza di uno stand ufficiale del prestigioso magazine di modellismo giapponese, Hobby Japan, che ha avviato una proficua collaborazione sul territorio italiano con Anime Import. Nello stand erano presenti prodotti dedicati a due dei principali brand della rivista, lo storico Queen’s Blade e il recente Hyakka Ryouran, che hanno riscosso grande interesse tra chi già conosceva queste serie e chi, invece, le ha scoperte in questo frangente.

La cosa che però ci ha un po’ stupito è stata la chiusura del piano superiore del Real Collegio, che lo scorso anno ospitava esposizioni, incontri e numerose altre iniziative, e che speriamo venga riaperto per la prossima edizione.

Lo spazio editori è stato nobilitato come sempre dalla presenza di numerosi autori, nuove leve o affermati protagonisti delle nuvole disegnate, che hanno dato quel valore in più che ogni appassionato gradisce e ricerca in occasioni del genere.

Vogliamo citare per dedizione alla causa e instancabile presenza al tavolo per tutta la durata della manifestazione i disegnatori Carmelo Calderone della 001 Edizioni, con la sua opera “Fondo di Magazzino” e Livia Pastore della GGstudiodesign, casa editrice molto attiva e brillante che sta prepotentemente sbarcando anche nel mercato USA.

Tra i tanti mostri sacri del fumetto italico, si è mostrato iperattivo Vittorio Giardino, che sembrava spuntare con cronometrica precisione praticamente in ogni stand che ci capitava da visitare.

E come non ricordare i numerosi ospiti stranieri, tra cui un disponibilissimo Mike Allred che ha deliziato alcuni fortunati acquirenti della sua opera “Red Rocket”, edita dalla Bao Publishing, non col solito disegno ma addirittura con un personalissimo ritratto dell’acquirente all’interno di una litografia in stile Sgt. Pepper? Da rimarcare la pazienza e la bravura del personale della casa editrice nel gestire la fila dei numerosi appassionati alla ricerca di un ricordo così esclusivo.

Gli stand dedicati ai gadget e alle fumetterie, sempre ricchi di espositori e materiale, hanno completato degnamente la parte cittadina della manifestazione.

Il tendone games è stato come sempre approdo prediletto dei teenager, costantemente colmo all’inverosimile, tanto da far venire qualche dubbio sulla tenuta dello stesso in caso di una qualche forma di emergenza; ricordiamo il debutto in questa sede del GIC fra le numerose associazioni e club presenti.

Da notare anche la brillante iniziativa di posizionare, lungo la parte di mura che copriva lo spazio dalla zona ex-palco a quella del palco attuale, una serie di mini-tendoni presidiati da numerose associazioni di giochi di ruolo, con dimostrazioni live: un simile spazio è diventato anche naturale passerella per i cosplayer presenti e un ottimo stage fotografico (naturalmente sempre per i primi due giorni, prima che A Hard Rain’s a-Gonna Fall).

E sui costumi una menzione d’onore: dove non si arriva con i mezzi, supplisce il genio.








Da non dimenticare le splendide mostre tematiche accolte, come consueto, nel Palazzo del Governo e i numerosissimi incontri, dibattiti e proiezioni che hanno coperto tutto l’arco dei 4 giorni senza soluzione di continuità.

E secondo uno schema ormai collaudato che conferisce un vago sapore di schizofrenia a questo genere di articoli, ecco i due incontri (secondo noi) più importanti, trattati con un certo dettaglio.

Sabato 30 si tiene la presentazione del libro Beatles a fumetti, di Enzo Gentile e Fabio Schiavo, dell’editore Skira.

Come suggerisce il titolo, il libro raccoglie immagini tratti da fumetti in un arco di quasi cinquant’anni, dal 1963 a oggi: si tratta di un unicum nel panorama italiano, un generoso tentativo (sulla riuscita non ci pronunciamo perché non è stato ancora possibile esaminarlo, ma le premesse ci sono tutte) di raccontare i Fab Four attraverso un mezzo reputato congeniale, in quanto essi stessi visti come fumetto vivente, il tutto inquadrato nella cornice storica, con una cronologia per ogni decennio sul mondo beatlesiano; su circa 240 pagine, il testo non eccede le 15-20, secondo una logica scelta di privilegiare quello che è dopotutto l’oggetto dell’indagine.

Sono stati presi in esame il 90% degli oltre mille fumetti che hanno ritratto i Beatles (a volte sotto camuffamenti del nome per motivi di copyright), in ogni area geografica, spesso sfruttando la possibilità di collegarli a eventi reali (un modo per beffare la censura o le pressioni di regimi non propriamente liberali).

Una selezione molto vasta riguarda l’Italia, che ha visto interessate testate di ogni genere, dal “Monello” al “Male” (con la storica copertina sull’omicidio di John Lennon, al quale John è dedicata una sezione speciale), con all’opera artisti del calibro di un Manara.

La produzione spazia fino al Sud-America (col cileno “Condor” e un lavoro dell’“Eternauta” Oesterheld), senza dimenticare però una storica illustrazione di Ringo biondo a opera di Frank “Conan” Frazetta.

Da notare che nel mondo dei comics, non esistono fra i quattro differenze di rango: Paul McCartney non ha maggior fama di Ringo Starr, il che musicalmente sarebbe un nonsenso.

Durante la conferenza, gli autori (entrambi con notevole background musicale e giornalistico) evidenziano che all’inizio i Beatles erano considerati “robba pe’ li regazzini” (ok, non dicono così ma il concetto è quello), per cui il livello dei fumetti era adeguato al target (essenzialmente storie di amori adolescenziali a lieto fine): successivamente si assiste a un’evoluzione qualitativa, nella quale una tappa importante è un episodio di Batman che indaga sulla presunta morte di Paul (che a sorpresa si rivelerà l’unico sopravvissuto) secondo un’ossessiva leggenda che prese piede sul finire degli anni ’60 (qui gli autori prendono peraltro una topica, confondendo le copertine del Sgt. Pepper e di Magical Mystery Tour a proposito di un certo indizio telefonico).

Ci sono poi delle chicche, come una storia in dialetto friulano e un omaggio di Stefano Disegni, incentrato su un incontro ultraterreno fra John e Mino Reitano (che come noto conobbe i Beatles nel loro periodo amburghese), con altri grandi musicisti scomparsi precocemente (una sorta di “Gli immortacci” di Elio & le storie tese), che termina con un canto corale di “Gente di Fiumara”.

Insomma, una cosa imperdibile per dei beatlesiani incalliti.

Una selezione di fumetti si può apprezzare sul sito Beatles Comics, sempre in aggiornamento.

Il secondo evento recensito si tiene la mattina di domenica 31, ed è l’incontro di presentazione del volume edito da Coniglio Giovanni Ticci - Un “americano” per Tex, di Moreno Burattini e Graziano Romani (cantautore che vanta al sua attivo un album su Zagor e ne sta preparando un altro su Tex): presenti in sala gli autori, padron Bonelli e ovviamente il Maestro Ticci, oltre al benemerito editore Francesco Coniglio.

Il disegnatore viene presentato come figlio dell’eroe della resistenza Alfio Ticci: poi si spiega la genesi del libro, essenzialmente un’intervista-monstre di cinque ore, con un supporto iconografico inedito all’80%.

Nell’introduzione, il suo allievo Civitelli spiega che vedendo il mitico n. 91 di Tex, “Vendetta indiana” (primo lavoro texiano di Ticci), lo prese per un autore americano; continua spiegando che nessuno come lui sa disegnare i cavalli in corsa e far uso della luce, tanto da farne un maestro delle scene notturne (di questo ebbe a discutere con il direttore della fotografia Marcello Gatti).

Intervento molto interessante di Bonelli, che spiega come la modifica del formato dei fumetti da striscia a quaderno (ora chiamato appunto “formato Bonelli”) fu dovuta all’esaurirsi della fase di povertà nel dopoguerra: gli italiani avevano più soldi in tasca e potevano permettersi l’acquisto di albi più costosi, ma questo implicava la necessità di una maggior quantità di materiale da pubblicare. Ora, o Galep (il creatore grafico di Tex) ovviava al problema con la creazione di una scuola di autori a lui graficamente omogenei, come poi si farà per Diabolik (questa tesi verrà confermata dal successivo incontro con Mario Gomboli, che anzi rivendica questa scelta editoriale, tesa a preservare la fisionomia grafica di un prodotto seriale e non d’autore), o si rischiava, proponendo ai lettori nuovi disegnatori e un cambio del tratto grafico da quello alla Alex Raymond.

Ticci è uno dei prodotti di questa opzione: fattosi le ossa con Judok (definito da Bonelli una mezza schifezza), debutta su Tex nel 1968 con il summenzionato n. 91; iniziale freddezza del pubblico, ma basta un’altra prova (l’epico massacro di Goldeena) per convincere tutti.

La sua produzione peraltro non è immensa, non possedendo una grande facilità di disegno, portato più alla riflessività.

Dopo questa lunga introduzione a più voci, il Maestro conclude con poche parole perlopiù di ringraziamento: aggiunge solo che ai suoi tempi le possibilità di lavoro erano maggiori, esistendo varie scuderie per cui disegnare (Bonelli appunto, e poi Roy D’Amy e altri ancora).

E dopo l’incontro, consueta sessione autografi della quale approfittiamo abbondantemente, come si può vedere dalle foto accluse.








Ma che resoconto sarebbe se trascurassimo la parte gastronomica? Si riconferma l’assunto che mangiare male nella zona umbro-toscana è davvero impresa ardua, a noi mai riuscita.

Durante la marcia di avvicinamento abbiamo pranzato alla “Campanella” di Bettolle (SI), poi per la cena ci siamo spostati al “Cavaliere nero” di Tirrenia (PI), in entrambi i casi semplicemente guidati dalla logistica; durante il ritorno abbiamo pranzato al “Cacio Re” di Vallo di Nera (PG), che invece avevamo già sperimentato un paio di anni addietro, anche allora per caso. Ebbene, in tutti e tre i casi cucina ottima, servizio cordiale e prezzi poco al di sopra di una pizzeria di medio livello.

Discorso a parte per Lucca: ormai la nostra base, il nostro sicuro rifugio culinario è l’“Osteria del Neni”, sempre guidata da Barbara e Veruska e con la gradevole aggiunta quest’anno di Vanessa in sala. Che dire della cucina? Dove si casca si casca bene, dato che in tre giorni fra noi e altri conoscenti il menù (peraltro ampliato rispetto allo scorso anno) ce lo siamo girato praticamente tutto. Davvero, nominare un piatto rispetto a un altro sarebbe fuori luogo, dato che a quel livello, fra materie prime scelte e “manico” dello chef, è solo questione di gusti personali. Naturalmente nei giorni caotici della manifestazione è norma elementare di buon senso prenotare, il che vale però per qualsiasi altro locale.

E per finire, chi ama il cioccolato non può trascurare una puntata alla Cioccolateria Caniparoli: ma occhio a quello che imbustate, che dopo il dolce, alla cassa arriva il salato. Però se intendete fare un regalo a una devo?ka golosa (lo sono tutte, non fate caso a quello che dicono), figurone assicurato.

In conclusione, ancora una volta una manifestazione riuscita, eventi meteo a parte che dovrebbero comunque far riflettere su una possibile collocazione temporale diversa, per una città che sa come accogliere il pubblico e conferire nobilitazione a un simile evento. Certo, qualche problema logistico permane: abbiamo letto di scarsità di treni nelle ore di punta e assistito a un certo intasamento del traffico in entrata e uscita, quasi endemico vista la quantità di mezzi che invadono la cittadina in quei giorni. E il solito caos di file causato dalla distribuzione separata dei biglietti e dei braccialetti, sulla quale abbiamo già espresso le nostre perplessità negli anni passati. Ma nulla che non si possa risolvere, nell’augurio che l’impianto costitutivo cittadino, che ormai da quattro anni caratterizza l’evento, sia mantenuto tale, con la sicura benedizione del pubblico e delle strutture ricettive della città.

Una selezione di foto prese alla mostra si può scaricare da:

http://rapidshare.com/files/431700975/Lucca_Comics_Games_2010.zip

oppure

http://www.megaupload.com/?d=3ZJSRRFV

Ovviamente non può mancare una visita al sito ufficiale:

http://www.flickr.com/photos/luccacomicsandgames/sets

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Ultimo aggiornamento Domenica 15 Luglio 2012 11:05