Quelli che, preferibilmente nell’adolescenza, si siano abbeverati ai comics della Marvel nelle mai troppo rimpiante Edizioni Corno, non potranno certo aver dimenticato le storielle fuori collana che spesso chiudevano l’albo: si trattava di racconti di poche pagine, di generi che spaziavano dal nero alla fantascienza all’horror (come ad esempio si ricorda qui); a volte il soggetto era originale, ma non si disdegnava l’“omaggio” (leggi scopiazzatura, in quanto la fonte era, con simpatica e pragmatica cialtroneria, accuratamente taciuta) a classici vari. La venatura era – strano a dirsi - fortemente moraleggiante, per cui immancabilmente il malvagio veniva punito e, sebbene più di rado, il virtuoso ricompensato, anche se ci stava che qualcuno finisse nei guai senza un vero perché, a parte una serie di sfortunate circostanze. La cifra distintiva consisteva in genere nella o nelle tavole finali, contenenti battute o illustrazioni rivelatrici.
Immaginiamo che qualcuno abbia intrapreso uno studio serio e sistematico di questo sottogenere, ma ora tutto ciò non interessa, in quanto si tratta solo di una premessa-gancio per parlare di un binomio racconto e cortometraggio, contraddistinto appunto da una struttura assimilabile a quella sopra descritta.
Una medesima identità collettiva, Pelagio D’Afro, firma regia e soggetto del corto (già annunciato su questo sito), trasponendo in pratica di peso il proprio omonimo racconto, pubblicato in un’antologia (anch’essa già segnalata a proposito di Lucca 2007).
La circostanza che il racconto possa essere letto in pochi minuti nel sito dell’Anonima Scrittori e perfino ascoltato su YouTube (dove si può vedere anche il trailer del corto), ci esime dal doverne accennare la trama vagamente scatologica, consentendoci invece di passare a qualche considerazione sul valore complessivo dell’opera.
L’interpretazione stravolta e disincantata di Giuseppe D’Emilio, la qualità tecnica e l’accuratezza delle riprese (testimoniata dalla grande quantità di outtakes della quale siamo a conoscenza), le musiche originali e la scelta delle altre, rivelano una caratura ben diversa dal dilettantismo che solitamente contraddistingue operazioni come queste: siamo invece in presenza di una mano già sicura e di un vigile spirito critico, che permettono la creazione di un’opera praticamente senza sbavature: volendo fare un accostamento, viene alla mente – mutatis mutandis - l’opera del Maestro Salvati, già sviscerata in ben tre occasioni nella precedente incarnazione di questo sito dal noble and learned friend Antonio.
Se proprio un difetto si deve trovare, ecco: non sapremmo proprio come indirizzare chi, tentato o anche solo incuriosito da queste righe, volesse visionare il corto, dal momento che per ora la diffusione è limitata alle “copie d’autore” e alle “proiezioni conviviali”; la speranza è che la situazione possa evolvere, la promessa, che l’eventuale disponibilità verrà prontamente segnalata su questo sito.
[edit del 22 Aprile 2009: raccogliendo tempestivamente il nostro suggerimento, gli autori - oltre a far linkare la presente recensione nella newsletter n. 2/2009 del "cugino" Paolo Agaraff, pubblicata anche su questo sito - hanno reso disponibile il corto su Megaupload, come indicato nella pagina dedicata del loro sito.]
Una curiosità: nei titoli di coda, esaurienti fino al parossismo (ed è giusto così, i debiti si pagano), fa bella presenza Salvatore Proietti, ben noto a tutto il fandom di genere, in qualità (fra l’altro) di “Responsabile dei commenti sarcastici”: come dire, il tocco di umorismo che non guasta.