Parto da una premessa della quale, sono certo, non sentirete il bisogno (potete saltare il paragrafo pari pari senza pentimenti). Avevo comprato il BR di Divergent mesi fa, sulla scia dell’entusiasmo, mai sopito, per Hunger Games e l’ho lasciato a prendere polvere fino a ieri.
Sono sempre stato convinto che il mio apprezzamento per la saga cinematografica di Hunger Games, al contrario di quella su carta che trovo oltremodo pesante, fosse dovuto alla presenza di Jennifer Lawrence e del suo naturale talento di attrice.
Evidentemente, visto il titolo dell’articolo, deve proprio piacermi il genere, dato che ho apprezzato anche il primo capitolo della immancabile, trilogia, che diverrà quadrilogia in pellicola, di Divergent.
Le due saghe, in fondo, sono davvero simili. Sono storie di amore e ribellione pensate per un pubblico giovane, che le apprezza per quel fondo di fotoromanzo che contengono tra le righe, ma che, almeno a mio parere, riescono ad attrarre, sia pure con moderato distacco, anche un pubblico più adulto.
Il tratto maggiore che lega le storie è dato dalla presenza di una figure di eroina forte e risoluta, ma allo stesso tempo fragile e femminile, che non è affatto una contraddizione in termini ma che determina con assoluta forza un character credibile nel quale far immedesimare il pubblico femminile senza lasciare indifferente quello maschile.
Ultimo aggiornamento Mercoledì 15 Luglio 2015 18:43
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Per gli italiani la Fujiko più famosa che ci sia è la femme fatale del gruppo di Lupin III, ma per i giapponesi ancor più famoso di Fujiko è il fumettista Fujiko Fujio, ovvero in realtà i due fumettisti Fujimoto e Abiko che hanno unito i loro cognomi e i loro talenti per realizzare alcuni fra i fumetti e cartoni animati più popolari in assoluto nella storia dell'intrattenimento giapponese, e fra questi il più celebre, il più celebrato, il più cerebrale, il più cerebroleso di tutti i loro progetti è il re dell'animazione giapponese: il gattone robot Doraemon! Quello azzurro senza orecchie tutto disegnato con linee tonde comprese le zampe, come il professor Onizuka sa bene. Doraemon è una delle icone più universalmente note del Giappone nel mondo, tipo il monte Fuji e le geisha, quindi i dieffini non potevano non dedicare a Nobita & company un intero episodio pieno zeppo di allitterazioni, paradossi temporali, bambini sdentati, madri sanguinarie e persino Fabrizio Frizzi. Doraemon svolge da decenni sui suoi spettatori un evidente scopo didattico, insegnando a comportarsi bene e prendersi le proprie responsabilità, quindi per favore ascolta l'episodio scofanandoti una confezione di dorayaki coi fagioli dolci e non di patate dolci, che fanno fare le puzzette, cortesemente.
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Iniziativa lodevole che portiamo all'attenzione dei nostri lettori. Siamo studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema di Roma, impegnati nella preparazione di un saggio finale di diploma.
Il fumettista GIPI sta promuovendo il nostro progetto con una locandina originale che stiamo vendendo in copie numerate e autografate per il crowdfunding su Indiegogo.
Potete sostenerci con l’acquisto della locandina disegnata da GIPI seguendo il link http://igg.me/at/HaI3xNctTU4/x/11430028
Il tempo è poco, solo fino al 31 luglio, ma speriamo davvero di trovare tanti sostenitori per questa bella iniziativa!
Ultimo aggiornamento Lunedì 13 Luglio 2015 18:29
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