Dune di Denis Villeneuve è uno splendido film che, nella migliore delle ipotesi, naviga molto vicino alla soglia del non necessario.
Se non vi state, e non mi state, maledicendo per aver iniziato la lettura, permettetemi di chiarire, molto brevemente, il concetto che vorrei tentare di esprimere.
Partiamo dalle doverose precisazioni che conoscete già. Questa pellicola non è che la prima parte del racconto e sarà seguita dalla seconda che andrà a completare la storia che Lynch fu costretto, o invitato, a ridurre in un unico film andando a comprimere e semplificare molti passaggi del mastodontico primo volume di Herbert che Villeneuve ha deciso di esplicitare in maniera più completa e fedele.
E’ mia modesta opinione, che tale rimane, che queste due ore e trenta di prima parte, sia pure svolte in maniera pregevole, tra omaggi non banali alla prima pellicola ed evidenti punti di divergenza, non aggiungano nulla a quello che Lynch, gioco forza, andò a snellire.
Tutto scorre molto placidamente, come le acque di Caladan o la sabbia di Arrakis, senza intaccare o lasciare nulla. Tutto è funzionale ma, allo stesso tempo, ai limiti del superfluo. A volte il non detto, il percorso lasciato all’immaginazione, il sottratto racconta molto di più dell’esplicitato.
Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Ottobre 2023 16:38
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